Mamma li turchi!

La positività di Ibrahimovic al Covid-19 poteva essere il preludio di una giornata funesta per i colori rossoneri, complice anche un sorteggio che ha portato in dote un avversario certamente privo di blasone a livello internazionale, ma anche più in palla e rodato rispetto al Milan.

E certamente vedere andare in vantaggio il Bodoe/Glimt deve aver fatto vedere i sorci verdi a più di un tifoso, che senza il gigante svedese probabilmente si è sentito smarrito e privo del santo a cui votarsi. Fortunatamente però, proprio nel momento più nero di questo 24 Settembre, è Calhanoglu a salire in cattedra offrendo a tutto il popolo rossonero una delle migliori prestazioni da quando è arrivato in Italia nel 2017. Oltre alla doppietta ed all’assist, ormai una piacevole consuetudine, il turco ha anche fornito diversi spunti interessanti, ha condito la sua prestazione con tanta sostanza ed in generale possiamo dire di aver visto finalmente un leader portare la gloriosa casacca n°10.

La serata è anche stata caratterizzata dal primo gol europeo del 2001 Colombo, indicato dalla dirigenza come il vero sostituto di Ibra e che certamente in campo ha fatto il suo dovere timbrando il cartellino con un gol si facile, ma di indubbia importanza. Clienti difficili per Calabria, che conferma un buon momento generale con una prestazione che da mero compitino si è trasformata in buon livello con lo scorrere dei minuti, fino a culminare con un ottimo finale di gara.

Purtroppo però le note liete finiscono qui. Vero, l’avversario era decisamente più in forma dei rossoneri, però non è tollerabile vedere un Theo sbagliare così tanti tempi d’intervento, un Castillejo privo d’incisività anche contro avversari di caratura sulla carta inferiore ed un Pioli apparso quantomeno curioso per quel che concerne i cambi fatti (ancora cerco di capire per quale motivo togliere la fisicità di Colombo, che faceva anche da punto di riferimento la davanti, per inserire un Maldini che ha si svolto bene il suo compito ma che non ha certo contribuito più di tanto a far salire la squadra o a farla respirare quando più lo necessitava).

Mi rendo perfettamente conto, però, che in Italia siamo tutti allenatori senza patentino, quindi tengo per me i dubbi e prendo quello che di buono ha portato questa serata: una qualificazione allo step successivo di questa Europa League, che al netto della sofferenza e del rammarico per l’assenza forzata della nostra stella è certamente, al momento, l’unica cosa che conta.

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