Gestione

Il titolo dell’articolo riassume quanto visto sul campo dell’Ezio Scida di Crotone, dove un Milan più pratico del solito ha portato a casa i 3 punti in palio offrendo una prestazione all’insegna della gestione.

Gestione delle forze innanzitutto, considerando che i rossoneri erano al 4° impegno stagionale nell’arco di soli 10 giorni. Ovviamente nulla di inaspettato, sapevamo (anzi, ci auguravamo) che a causa dei preliminari di Europa League si prospettava un vero e proprio tour de force per i giocatori e proprio per questo la vittoria questa sera era tutto fuorché scontata. I ritmi della partita sono stati dettati dal diavolo, che ha attaccato quando doveva e tirato i remi in barca quando necessario, soffrendo (neanche troppo in verità) solo nel finale di gara.

Gestione dell’avversario, che mai è sembrato essere realmente in partita ed anche quando ci ha provato si è sempre trovato invischiato nelle maglie milaniste, che sono state in grado di assorbire ogni principio d’iniziativa e non a caso la casella dei tiri in porta subiti recita a fine partita un fantastico 0. Nonostante ciò che dice il tabellino, il Milan ha avuto diverse occasioni per passare in vantaggio e solo due traverse hanno impedito a Kjaer e Krunic di partecipare alla festa del gol e di rendere il risultato finale più vicino a quanto effettivamente visto in campo.

Gestione della rosa, che non è certo baciata dalla fortuna considerando che i ruoli più scoperti (difensori centrali e punte) sono anche quelli più martoriati dalla malasorte. Alle assenze per infortunio di Romagnoli e Musacchio si erano infatti aggiunte quelle di Duarte e Ibrahimovic causa Covid-19, e questa sera Rebic (sostituto di Ibra) ha riportato un problema ad un braccio che l’ha costretto a lasciare il campo anzitempo ed esclude la possibilità d’utilizzo nel prossimo turno di campionato (in coppa, come ben sappiamo deve ancora scontare l’ultimo turno di squalifica), costringendo probabilmente il giovane Colombo a fare gli straordinari nelle prossime due partite. Altri minuti nelle gambe ed esordio da titolare per Tonali, apparso ancora giustificatamente fuori forma, ed un Diaz meno frizzante del solito a dispetto della prima marcatura italiana. Visibilmente stanco il turco Calhanoglu, sostituito solo nei minuti finali del match e probabilmente fonte di preoccupazione primaria per Pioli, che sa bene di doverlo impiegare anche nello scontro di giovedì contro il Rio Ave nonostante necessiti palesemente d’un turno di riposo.

A questo punto c’è solo da sperare che in mezzo a tutta questa gestione si rischia anche ad averne una ottimale per quel che concerne il riposo ed il recupero delle energie, i ritmi infatti sono serrati e già tra 4 giorni ci sarà il prossimo, importantissimo, impegno.

Mamma li turchi!

La positività di Ibrahimovic al Covid-19 poteva essere il preludio di una giornata funesta per i colori rossoneri, complice anche un sorteggio che ha portato in dote un avversario certamente privo di blasone a livello internazionale, ma anche più in palla e rodato rispetto al Milan.

E certamente vedere andare in vantaggio il Bodoe/Glimt deve aver fatto vedere i sorci verdi a più di un tifoso, che senza il gigante svedese probabilmente si è sentito smarrito e privo del santo a cui votarsi. Fortunatamente però, proprio nel momento più nero di questo 24 Settembre, è Calhanoglu a salire in cattedra offrendo a tutto il popolo rossonero una delle migliori prestazioni da quando è arrivato in Italia nel 2017. Oltre alla doppietta ed all’assist, ormai una piacevole consuetudine, il turco ha anche fornito diversi spunti interessanti, ha condito la sua prestazione con tanta sostanza ed in generale possiamo dire di aver visto finalmente un leader portare la gloriosa casacca n°10.

La serata è anche stata caratterizzata dal primo gol europeo del 2001 Colombo, indicato dalla dirigenza come il vero sostituto di Ibra e che certamente in campo ha fatto il suo dovere timbrando il cartellino con un gol si facile, ma di indubbia importanza. Clienti difficili per Calabria, che conferma un buon momento generale con una prestazione che da mero compitino si è trasformata in buon livello con lo scorrere dei minuti, fino a culminare con un ottimo finale di gara.

Purtroppo però le note liete finiscono qui. Vero, l’avversario era decisamente più in forma dei rossoneri, però non è tollerabile vedere un Theo sbagliare così tanti tempi d’intervento, un Castillejo privo d’incisività anche contro avversari di caratura sulla carta inferiore ed un Pioli apparso quantomeno curioso per quel che concerne i cambi fatti (ancora cerco di capire per quale motivo togliere la fisicità di Colombo, che faceva anche da punto di riferimento la davanti, per inserire un Maldini che ha si svolto bene il suo compito ma che non ha certo contribuito più di tanto a far salire la squadra o a farla respirare quando più lo necessitava).

Mi rendo perfettamente conto, però, che in Italia siamo tutti allenatori senza patentino, quindi tengo per me i dubbi e prendo quello che di buono ha portato questa serata: una qualificazione allo step successivo di questa Europa League, che al netto della sofferenza e del rammarico per l’assenza forzata della nostra stella è certamente, al momento, l’unica cosa che conta.

Nel segno di Ibra

Avevamo lasciato in campionato un Milan bello e vincente, finalmente consapevole dei propri mezzi e con il veleno d’aver trovato questa forza ormai troppo tardi, quando i punti “che contano” erano ormai stati lasciati lungo il cammino e quindi il 4° posto irrimediabilmente compromesso. Il timore di molti (e le speranze dei gufi) era che è questa carica si andasse esaurendo nel corso dell’estate, che si sciogliesse nella calura d’agosto per restituire alla serie A il vecchio Milan, quello della difesa ballerina, dell’attacco inconcludente e del gioco inesistente.

Sotto lo sguardo di 1.000 fortunati tifosi scopriamo invece un Milan che inizia il campionato esattamente dal punto in cui aveva concluso quello precedente, sfornando una prestazione convincente sotto tanti punti di vista. La dormita del 2° minuto di Bennacer (che stava per mandare in gol Soriano) ha certamente ridestato vecchi fantasmi, ma quest’ultimi sono stati prontamente scacciati da un Milan che con il passare dei minuti è salito in cattedra ed ha conquistato il pallino del gioco prima ed il gol del vantaggio poi (un’incornata di Ibra apparecchiata da un cross spettacolare di Theo, di quelli che i recenti terzini sinistri del Milan non sono mai stati in grado di fare nel corso di interi campionati). La ripresa inizia sulle medesime note del primo tempo, con un Milan che macina gioco e trova il raddoppio con un rigore di, ancora lui, Ibra che mette la ciliegina su di una prestazione da autentico leader. Il Bologna fin qui non è pervenuto e solo l’uscita dal campo al 72° di un fantastico Kjaer permette ai felsinei di affacciarsi alla porta di Donnarumma, che fa ottima guardia e disinnesca ogni tiro (e quando non riesce è il legno a salvarlo) conducendo la sua squadra al 2-0 finale.

Metto l’accento sull’uscita dal campo del danese a testimonianza di quanto urgenti siano le necessità del Milan di procurarsi un ricambio in difesa del medesimo valore dei titolari. Alla voce “tiri in porta” infatti il Bologna ne riporta 4, di cui 3 arrivati (non a caso) quando Kjaer aveva ceduto il posto a Duarte, e (sempre non a caso) tutti i pericoli sono arrivati proprio dal suo fronte. Indubbiamente è entrato nel momento di maggior pressione del Bologna e non era facile fare meglio di un Kjaer a tratti sontuoso, però è innegabile come la difesa perda fiducia e spessore con l’ingresso in campo del brasiliano.

Nonostante queste difficoltà, il Milan esce dal campo con i 3 punti in tasca e la piena consapevolezza nei propri mezzi. Ciononostante non c’è tempo di festeggiare, occorre recuperare le forze perché già questo giovedì ci sarà l’impegno di Europa League da affrontare, ed anche questa volta si andrà a competere con avversari non blasonati, ma con tante partite di campionato nelle gambe: un impegno da non sottovalutare per proseguire il cammino di coppa ed accedere ai gironi della competizione.

Buona la prima!

Inizia nel migliore dei modi la stagione del Milan che, con una vittoria convincente, si porta a casa la qualificazione al prossimo turno di Europa League.

Indubbiamente gli irlandesi non erano del medesimo livello, ma è risaputo che la prima partita della stagione non è mai da prendere alla leggera, soprattutto quando gli avversari sono in palla grazie alla grande differenza di partite giocate e quindi di benzina nelle gambe.

Fortunatamente lo Shamrock non è stato sottovalutato dai rossoneri, che dopo un inizio un filo contratto hanno preso il pallino del gioco prima e l’intera posta in palio poi, convincendo soprattutto nel secondo tempo (con un risultato che, a conti fatti, risulta essere addirittura un filo stretto).

Personalmente sono rimasto colpito dall’ottima prova di Calhanoglu, che sembra ormai essere un giocatore completamente diverso da quello che vivacchiava in campo prima del lockdown imposto dal covid-19. Il fantastista turco pare essere già in forma, gioca in campo privo della benché minima pressione e regala ottime giocate, condendo la prestazione con un gol e soprattutto un assist davvero al bacio, avidamente realizzato da un implacabile Zlatan Ibrahimovic. Di negativo invece devo segnalare qualche pallone di troppo perso in fase di impostazione da Kessie (non è certo quello il suo compito, ma contro avversari qualitativamente superiori sono errori che rischi di pagare caro) ed un paio di incertezza del giovane Gabbia (giustificate si dall’età, ma che ancor di più sottolineano come la rosa del Milan necessiti urgentemente di un puntello in difesa per potersi definire completa).

Ad ogni modo, buona la prima ed ora sotto con i prossimi impegni, il campionato incombe e tocca recuperare le forze poiché, vista l’incertezza di questo calcio post-covid-19, nessuno regalerà niente.

Cambio giro

“...tanto tuonò che piovve…” disse nell’antichità il filosofo Socrate. In questi giorni si è infatti concretizzata la doppia cessione di A.Rebic e A.Silva,per la più classica delle operazioni che rende felici tutte le parti: i giocatori, rinati a maglie invertite, sono ben felici di proseguire le rispettive avventure negli attuali club, e quest’ultimi sono ben contenti di essersi liberati di giocatori scomodi e che di certo non riuscivano a rendere secondo le aspettative.

Chi mi segue sa con quanta premura seguo le trattative del mio Milan e magari qualcuno si sarà domandato come mai quest’operazione era passata sotto il silenzio del sottoscritto. Molto banalmente, ero in attesa dei comunicati ufficiali delle rispettive squadre poiché in questa particolare circostanza un terzo interlocutore, la Fiorentina, si trova indirettamente coinvolto a causa di una clausola che gli garantiva il 50% della rivendita di Rebic ed ero curioso di capire con quali dettagli si era conclusa questa doppia operazione.

Le attuali voci di mercato vogliono infatti Milan e Fiorentina particolarmente attive nel tentare di incastrare una serie di operazioni piuttosto importanti sia per gli uomini coinvolti (Milenkovic e Chiesa) che per possibili le cifre mosse, di conseguenza il Milan ha tutto l’interesse nell’evitare di indispettire l’attuale proprietà viola e l’improvviso buon esito della vendita di A.Silva e Rebic è arrivato come un fulmine a ciel sereno, volevo quindi vederci chiaro per poter esprimere il mio parere su questa vicenda.

Con un certo disappunto sono invece venuto a sapere che l’operazione è stata secretata, di conseguenza solo il bilancio di fine annata potrà chiarire i dettagli di questa vendita, almeno per il grande pubblico. Sono a questo punto curioso di capire quanto possa incidere tale chiusura nel rapporto tra le 2 società italiane e se davvero, come penso, si possa comunque trovare l’incastro giusto per portare a Firenze un discreto flusso economico ed a Milano almeno Milenkovic, il giocatore perfetto tappare più di un buco nell’attuale organico rossonero.

Nell’attesa, trovo giusto spendere un paio di parole su Ante Rebic. Il croato è un giocatore che inizialmente ha faticato a farsi trovare pronto ed alzi la mano chi non sperasse di vederlo partire già nel mercato di gennaio. Io stesso, per quanto estimatore delle sue giocate e del coraggio con cui sistematicamente punta l’uomo, ero piuttosto scettico di vedere una sua ripresa nella seconda parte di stagione. Evidentemente mi sbagliavo, qualcosa è cambiato nella sua testa e complice l’annata particolare abbiamo assistito ad una metamorfosi kafkiana del giocatore che porta oggi ad esultare per il buon esito di questa trattativa.

Anche perché l’altro piatto della bilancia pesa un Andrè Silva di indubbio talento, battezzato positivamente anche da un certo CR7, che però in rossonero ha fatto vedere solo piccoli frammenti del suo repertorio finendo per essere il più classico dei giocatori bruciati. Non possiamo certo prevedere il futuro e quindi è presto per dire se il portoghese diventerà o meno un rimpianto societario, di certo però è che ad oggi l’operazione è completamente da benedire e se dovessi sbilanciarmi in una previsione… bhe difficilmente in futuro guarderò con amarezza questa pagina di mercato rossonero.

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Guardate bene la foto scelta per l’articolo: più o meno questa è stata la mia espressione quando ho letto dell’accordo tra Lione e Milan per il passaggio in rossonero di Ciprian Tatarusanu, un portiere che non ho mai apprezzato particolarmente ed il cui arrivo non andrà di certo a scaldare il cuore dei tifosi.

L’ex portiere, tra le altre, della Fiorentina arriva a titolo definitivo a fronte di un piccolo indennizzo lievemente inferiore al milione d’euro, una cifra accettabile per un secondo portiere di 34 anni che porterà in rossonero sicuramente tanta esperienza e, secondo gli insider, anche disciplina e serietà negli allenamenti.

La speranza è che questo acquisto sia il preludio di operazioni più importanti, si vocifera ad esempio di un interesse del suo ormai ex-club nei confronti di Paquetà ed addirittura alcune fonti parlano di uno scambio d’acquisti, con il nostro fantasista brasiliano pronto per la Francia ed il loro difensore Denayer in direzione Milano. Personalmente parlando, visti i nomi coinvolti e le esigenze del Milan, metterei la firma sia per la cessione di Paquetà in cambio di puro cash che per uno scambio con il nazionale Belga, ma al momento si tratta solo di voci e di conseguenza lasciano il tempo che trovano.

Benvenuto Tatarusanu, doppiamente benvenuto se il tuo arrivo si rivelerà davvero parte del giro d’affari più grande sopra citato! Possa tu onorare la maglia n°1 da te scelta e vincere il mio (giustificato?) scetticismo.

Finalmente Tonali

E’ finalmente terminata la telenovela Tonali, che approda al Milan dopo essere stato vicino alla Juventus prima e vicinissimo all’altra sponda di Milano poi.

Dal punto di vista economico si può solo applaudire ai dettagli dell’operazione: il giocatore arriva infatti in prestito oneroso (10 milioni, pagabili in 2 esercizi) con diritto di riscatto fissato a 15 milioni (non si conosce il dettaglio del pagamento) ed una serie di bonus che possono aggiungere altri 10 milioni alla cifra finale.

Con il suo innesto Mr.Pioli avrà a disposizione un centrocampista completo e dotato di un’ottima visione di gioco, ma anche capace dell’intensità richiesta dal calcio moderno. Ci sarà finalmente la possibilità di avere maggiori rotazioni a centrocampo ponendo un’importantissima pezza al grande problema di reparto che ha limitato la squadra in diversi momenti della scorsa stagione.

Ovviamente occorre ricordare che stiamo pur sempre parlando di un classe 2000 con una sola stagione all’attivo in serie A e che non può certo rivestire i panni di salvatore della patria, ma avere la possibilità di giocare in una grande squadra e di potersi allenare con gente come Ibrahimovic sarà certamente un importante tassello per la sua crescita. Ecco, questa penso che sia la parola chiave: crescita, ossia quello che ci si aspetta da lui nella stagione che verrà. Non deve prendere per la mano il Milan, non deve essere caricato di responsabilità più grandi di lui, bensì deve semplicemente mostrare il talento di cui è indiscutibilmente dotato e lavorare per diventare il campione che tutti noi speriamo possa essere.

Ci tengo infine a sottolineare un qualcosa che rischia di passare inosservato, ma che a mio avviso è invece particolarmente importante e che ha ispirato l’immagine di copertina di questo articolo: il cuore. Il ragazzo ha un DNA rossonero che non deve passare in secondo piano, anzi è proprio su questi giocatori che si deve puntare per il futuro: gente che “sente” la maglia, che la restituisce sudata ad ogni singolo allenamento e che possa rendere fiero ogni tifoso. Non si chiede la vittoria oggi, non si chiede il trofeo a fine stagione o comunque un traguardo oltre le attuali possibilità. Quello che si chiede è di vedere impegno e cuore, ossia quello che troppo spesso è mancato nelle scorse stagioni e la cui assenza ha indispettito chiunque tiene davvero a questi colori.

Benvenuto Sandro.

Brahim Diaz

Prosegue la campagna acquisti del Milan, che nella giornata di ieri ha ufficializzato l’arrivo in prestito secco dal Real Madrid di Brahim Diaz.

Se dal punto di vista “pratico” il nuovo acquisto è assolutamente condivisibile, andrà infatti a sostituire numericamente Bonaventura (il cui contratto è scaduto naturalmente) ed oltre che sull’out di sinistra può anche essere schierato sul versante opposto o come trequartista (dando quindi modo a Pioli di avere un ottimo “tappa-buchi” in caso di necessità nel corso della stagione), lo è certamente meno la formula concordata tra i club.

Senza troppi giri di parole, il prestito secco è l’opzione peggiore possibile. Se il giocatore riuscirà a calcare le orme di Theo Hernandez in termini di impatto ed efficacia avremo si goduto delle sue prestazioni, ma al tempo stesso avremo valorizzato un giocatore altrui ed a fine stagione il Real Madrid avrà il coltello dalla parte del manico e potrà decidere di richiamarlo alla base o di vendercelo ad un prezzo maggiorato rispetto al valore attuale.

Certamente ci sarà chi mi farà notare l’esistenza di un gentleman’s agreement tra le parti coinvolte, che prevede di sedersi a tavolino in un momento imprecisato del campionato per discutere delle cifre di un eventuale riscatto (e contro-riscatto) a fine stagione. Tuttavia non vedo come questo accordo, che legalmente vale quanto una stretta di mano (e quindi nulla), possa tranquillizzare sulla bontà dell’attuale formula: se il ragazzo farà bene comunque la cifra di riscatto sarà più alta rispetto all’attuale, se farà male comunque tornerebbe a casa a fine stagione, se il rendimento sarà intermedio difficilmente ci saranno sconti clamorosi rispetto alla condizione attuale ed in ogni caso nessuno garantisce che tale accordo possa essere effettivamente trovato.

A mio avviso proseguire con la trattativa nel tentativo d’inserire sin da subito una cifra di riscatto o individuare un’alternativa al ragazzo era la scelta più adeguata per tutelare i nostri interessi. Vero, il turno preliminare di Europa League si avvicina e la squalifica di Rebic alimenta una certa urgenza nel completare la rosa soprattutto nel reparto avanzato, ma resta l’amaro in bocca per la fretta adottata che, è risaputo, non è mai una buona consigliera.

Ad ogni modo, incrociamo le dita ed ovviamente auguro a Brahim di vivere la migliore delle annate.

iZ Back!

Dopo un tira e molla durato tutta l’estate, abbastanza stucchevole in verità, ieri sera Zlatan Ibrahimovic è finalmente sbarcato a Milano, pronto per iniziare la sua terza vita in rossonero.

Molti criticano la scelta di mettere al centro del progetto un giocatore prossimo alle 39 primavere ma, a mio avviso, ciò che manca loro è il quadro d’insieme della situazione. Fermo restando l’apporto che Ibra può dare alla squadra in termini prettamente numerici (10 gol e 5 assist in 18 partite, mica bruscolini) quello che veramente si chiede al campione svedese è un lavoro quotidiano sulla mentalità, sull’attenzione, sull’impegno (tanto in allenamento quanto in campo) e sulla fiducia dell’intera rosa milanista.

Non è un caso che, dal suo arrivo, molte incognite o giocatori incompiuti (Rebic e Calhanoglu su tutti) improvvisamente si siano illuminati, non è un caso che improvvisamente il Milan riesce a recuperare da situazioni di svantaggio (quando invece in passato si scioglieva come neve al sole), non è un caso insomma che improvvisamente i giocatori abbiamo ritrovato i “cojones” (per dirla alla Simeone) dinanzi alla difficoltà del momento.

Indubbiamente anche altri fattori hanno inciso nei risultati raccolti dalla squadra negli scorsi mesi, non si può non citare il “fattore covid” e l’assenza del pubblico dallo stadio che hanno, rispettivamente, alterato gli equilibri del campionato e tolto un bel peso emozionale dallo stomaco dei giocatori, ma sono fermamente convinto che senza Ibra diversi punti si sarebbero persi per strada anche in queste circostanze straordinarie.

Di conseguenza, da parte mia il ritorno dello svedese è visto positivamente e spero che possa essere supportato da una serie di operazioni di mercato intelligenti e volte a tappare le falle emerse negli scorsi mesi, come la coperta corta in difesa, l’assenza di valide alternative a centrocampo e l’annoso problema del terzino destro “deficitario”.